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“Chi arrivi a Urbino ignaro e della sua storia e della sua importanza si trova di fronte a una sorpresa straordinaria, anzi a un miracolo. Nel giuoco delle colline che sopportano le strade d'accesso ecco che appare un palazzo fatato che il tempo non ha sfregiato né intaccato. È un salto indietro nel tempo, un tuffo nella purezza e nella libertà dello spirito.”

Carlo Bo



Palazzo ducale di Urbino

L’aspetto della città è giunto intatto fino a noi e rappresenta il vertice dell'arte e dell'architettura del Rinascimento; una città in forma di palazzo armoniosamente adattata alla geografia del luogo.

Durante la sua breve supremazia culturale, Urbino ha attirato alcuni dei più illustri eruditi e artisti del Rinascimento che hanno creato un complesso urbano d'eccezionale omogeneità, influenzando lo sviluppo culturale del resto d’Europa.

Il palazzo, voluto dal Duca di Urbino Federico da Montefeltro, uomo d'arme e raffinato umanista, venne costruito nel corso del XV secolo in fasi successive. Fra le innumerevoli maestranze che furono impiegate in tale ardita costruzione, vogliamo qui ricordare i nomi dei tre architetti che ebbero il merito di rendere l'edificio uno dei palazzi più eccelsi dell'epoca rinascimentale: il fiorentino Maso di Bartolomeo, il dalmata Luciano Laurana e il senese Francesco di Giorgio Martini.

Il nucleo più antico del palazzo, denominato "Palazzetto della Jole", fu edificato per volontà del conte Guidantonio, padre di Federico. Si affaccia con il suo lato lungo su piazza del Rinascimento, collegandosi idealmente alla Chiesa di San Domenico, abbellita da un elegante portale rinascimentale opera di maestranze fiorentine con decorazione a lunetta di Luca della Robbia. E proprio a tali maestranze, guidate dall'architetto-scultore fiorentino Maso di Bartolomeo, si rivolse Federico nel 1454 per dare avvio alla progettazione della prima fabbrica.

Urbino: Chiesa di San Domenico; lunetta di Luca della Robbia

All'architetto dalmata Luciano Laurana vanno invece attribuiti numerosi ambienti del piano nobile che andarono a completare il Cortile d'Onore: lo Scalone d'Onore, la Biblioteca, il Salone del Trono, la Sala degli Angeli, la Sala delle Udienze.

Sempre al Laurana si deve la progettazione delle due grandi invenzioni eterne della residenza: la famosa facciata dei Torricini e lo Studiolo del Duca Federico.

Palazzo Ducale di Urbino: particolare di una pavimentazione

A sostituire il Laurana attorno al 1474 fu l'artista-architetto-ingegnere senese Francesco di Giorgio Martini che restò al servizio dei Montefeltro per oltre undici anni.
Il Martini si occupò dell'ultimazione delle parti incomplete del palazzo nonchè dell'ideazione del complesso impianto idrico per il quale il palazzo andò famoso ai suoi tempi. Con il Martini il palazzo era diventato ciò che ancor oggi ci affascina incredibilmente: una costruzione di straordinaria raffinatezza decorativa, di eccezionale bellezza, di grandissima comodità; un "palazzo in forma di città" in grado di accogliere centinaia di persone.


Urbino: il Palazzo Ducale da Piazza del Mercatale

Nel corso del XVI secolo, con il passaggio del Ducato alla dinastia Della Rovere, il palazzo subì nuovi ampliamenti e modifiche, con l'aggiunta del secondo piano nobile, il cosiddetto "Appartamento roveresco".

A partire dalla devoluzione del ducato alla Santa Sede, nel 1631, il palazzo dovette subire un lento processo di spoliazione e degrado durato per secoli.

Nel 1912 all'interno del Palazzo è stata allestita la Galleria Nazionale delle Marche che ha permesso il recupero di numerose opere d'arte.



Urbino: Duomo di S. Maria Assunta

Le Marche: Paesaggio fra Fossombrone e Urbino
Città ideale - Urbino - Palazzo Ducale

Urbino Palazzo Ducale links

Questa è una sezione di florense.it web site dedicata all'Architettura Mediterranea - che dai templi dorici di Selinunte e Segesta e del Duomo di Siracusa fino alla solitaria colonna di Capo Colonna (Nao), attraversando il sottosuolo partenopeo, l'architettura ipogea delle caverne Greco Romane esposte alla XVII Triennale di Milano con Francesco Venezia, dal riuso del materiale di spolio nel Museo di Gibellina, nell' Abbazia di San Zeno a Pisa, nella Mezquita de Cordoba, alla Villa Iovis di Tiberio sulle rupi di Capri come la Villa Malaparte di Adalberto Libera, al Pantheon per ridiscendere alla Napoli greca ed ai Campi Flegrei: Baia e Cuma, la Casina Vanvitelliana sul Fusaro, dalla Cappella di Ronchamp, Eros e Logos di Le Corbusier, dal Modulor ai tracciati regolatori dell' Abbazia Florense di Gioacchino da Fiore e Luca Campano, passando per "La città ideale" ed il Palazzo Ducale di Urbino, fino alla Architecture of Intelligence del Global Village Square di Derrick De Kerchove. E poi il restauro, le epoche, le migrazioni culturali, a volte le perdite, a volte le contaminazioni, di valori diversi, diverse religioni, di valenze estetiche, con l'apporto di scritti personali e di altri Autori, di fotografie, disegni ed altri tipi di rappresentazioni iconografiche, rendering 3D, cad - vuole indicare un percorso di riflessione su questo argomento.

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